Stage design and director: Mahnaz Esmaeili
Music: Andrea Cera
Tenor Sax: Damiano Grandesso
Choreography: Tiziano Di Muzio
Performer: Bruna Cerasa
Interaction design: Salvatore Passaro
Script: Sepideh Fallah Far
Dramaturgy: Mahnaz Esmaeili
Narrator: Cristina Pozzi
ENGLISH
Augmented Me tells the story of a woman and her journey to find herself. Raised in a family uncaring of her desires, the protagonist will fight her whole life against the feeling of being rejected. But it’s not a conventional narrative, as it brings together dance, music and new media to bring to light the unseen side of this story. The performer moves within an interactive setting that is both cause and effect of her actions. Music, voice and lights allow her to create an emotional environment in which the “self” can finally express itself and make itself visible.
ITALIANO
Augmented Me racconta la storia di una donna e il suo percorso alla ricerca di se stessa. Cresciuta in una famiglia poco attenta ai suoi desideri, la protagonista combatterà tutta la vita contro la sensazione di essere respinta. Ma non è una narrazione convenzionale, perché mette insieme danza, musica e nuovi media per portare alla luce il lato invisibile di questa storia. La performer si muove all’interno di una scenografia interattiva che è al contempo causa ed effetto delle sue azioni. Musica, voce e luci permettono di creare un ambiente emozionale in cui il “sé” può finalmente esprimersi e rendersi visibile.
Review
Le ginocchia si piegano, il bacino e il baricentro si spostano verso destra. Il braccio destro si contrae, il gomito arretra lasciando la mano libera di cadere. Anche l’altro braccio si distende sulla destra, fino a trovare la resistenza delle spalle e del torso. Giunti al limite, è l’arto sinistro a scagliarsi contro un confine circolare, come a liberare sé stesso o lo sguardo da un ostacolo.
Questo è solo uno dei molti gesti, agiti all’interno di un cilindro di telo, grazie ai quali la giovane danzatrice Bruna Cerasa interagisce con il video proiettato, in Augmented Me, lo spettacolo di mopstudio tra i vincitori del bando Supernova 2022. Il lavoro della regista e scenografa Mahnaz Esmaeili e dell’interaction designer Salvatore Passaro si distingue per un uso originale e creativo delle tecnologie in ambito visivo: sul cilindro compaiono forme geometriche, piogge di punti bianchi, macchie che variano d’intensità e persino una piuma. La novità è l’interazione con Cerasa, il cui posizionamento e i cui movimenti all’interno del perimetro circolare orientano e instaurano un legame con quanto viene proiettato. A tutto ciò si aggiunge la dimensione sonora, quasi sempre presente: una voce registrata e distorta ci lascia frammenti di un ipotetico diario della mente, accompagnata da musiche prevalentemente techno.
Questi sono gli elementi su cui è costruita una serie di quadri, che forse si susseguono in maniera un po’ schematica, ma scandiscono la danza e la storia di un personaggio circondato, braccato, impaurito, per attraversare un percorso di formazione e rinascita attraverso ferite e dolori. Lo spettacolo, in realtà, non punta a un racconto chiaro e preciso, ma tenta di trasformare l’Ex Rimessa Carrozze in un “ambiente emozionale”: in questo senso il corpo danzante, e gli effetti proiettati, vogliono portare al pubblico suggestioni poetiche in continuo capovolgimento. La danza interattiva infatti non è mai compassata, ma cerca ora un’espressività esasperata ora una gestualità geometrica. Lo stesso fanno le parole, frammenti mnemonici mixati con la musica, ad esempio quando ricordano – mentre viene proiettato un cubo – la «stanza di quando ero piccola». Sebbene non possa afferrare tutto il racconto, dunque, il pubblico riesce a trovare empatia appigliandosi ai tanti dettagli di questa esplosione di suggestioni visivo-sonore-verbali-corporee.
Nell’economia della seconda settimana del festival, lo spettacolo Augmented Me introduce l’elemento tecnologico dei nuovi media: qui uno strumento performativo in grado di attivare nuove interazioni e nuovi parallelismi fra differenti linguaggi. La tecnologia non è un’aggiunta allo spettacolo, ma anzi concorre a raccontare le atmosfere cupe e i pensieri dolorosi del sé, espandendoli nello spazio scenico e fino agli sguardi del pubblico.
foto di Elisa Vettori
Riccardo Corcione
stratagemmi.it
photo credit Pedram Passaro